domenica 28 ottobre 2007

Consiglio caldamente.





Il mondo è sempre più complesso. Globalizzazione, surriscaldamento, guerre mondiali, new economy. Tutto diventa sempre più complicato e cambia in fretta. Una costante, nella storia dell'umanità, sono gli stronzi. Spero, per un attimo, si possa mettere da parte la volgarità, insita nel termine, per capirne in senso profondamente antropologico.

Ma cosa sono, o meglio, (mi correggo), chi sono gli stronzi? Quali sono i loro script comportamentali. (Per farla breve). Come si fa ad essere stronzi???

Google al lemma "stronzo" risponde con 970.000 risultati. E già la dice lunga sul quanto lo stronzo sia diffuso nella nostra cultura.

Trovo una pagina web dedicata alla suddetta categoria, dalla quale si può stampare un certificato da regalare ad uno stronzo che conosci:

http://www.iosonotranquillo.com/figa/stronzo.html.

Ma per non scendere troppo nel triviale, cito Bonaga (che sembra aver dimenticato l'uso della virgola, ammesso che ne conosca l'esistenza), più noto per essere stato fidanzato di Alba Parietti che filosofo, e forse tra le righe si capisce perché:


Semantica dello stronzo
di S.Bonaga


Gli stronzi: uno dei misteri irrisolti della condizione umana. Possediamo le categorie culturali per definirli e dunque difenderci?
Poiche' sono profondamente contro l'internamento degli stronzi in campi speciali e dunque, malgre' tout, per la loro libera circolazione, nasce il problema che io vorrei chiamare della non alleanza. Come non allearsi con gli stronzi che ci sono in giro, ne' con lo stronzo che fosse eventualmente in noi?

Innanzitutto individuando il concetto.
E' molto piu` facile dire chi e' uno stronzo di quanto non lo sia dire cos'e' uno stronzo. Una controprova della opacita' ontologica di questa categoria consiste nella difficoltà' nel trovare il suo contrario. Qual e' il contrario di stronzo? Qualcosa che non può' concettualmente coesistere con l'essere stronzo? Si può' infatti dire: e' intelligente ma stronzo. E' educato ma stronzo. E' simpatico ma un po' stronzo. E' bravo ma stronzo. Etc.


In prima approssimazione potremmo dire che quando ci riferiamo al senso del termine stronzo si tratta probabilmente di una famiglia, nel senso del Wittgenstein delle Ricerche Filosofiche: non c'e' nulla cioè' che gli stronzi hanno assolutamente in comune, ma tira sempre un'aria di famiglia fra gli stronzi.

Un secondo approccio e' topologico. E' più' facile vedere con che cosa confina fuori di quanto non lo sia mostrare come e' fatto dentro. In alto lo stronzo confina con cio' che Nietzsche chiama "pathos della distanza". Infatti egli e' patetico o cinico, mai distaccato o appassionato. In basso lo stronzo confina con il male, che egli non raggiunge mai per debolezza: lo stronzo fa spesso dei danni, ma non attinge la crudelta'.
Tale sconfinamento lo riscatterebbe. A sinistra confina con il sapere, nel senso che non e' l'alto o il basso grado del suo sapere che lo caratterizza, ma il fatto che qualunque ne sia il grado, lo stronzo rende insopportabile cio' che sa e imprescindibile cio' che non sa. Come dire che egli fa del suo sapere una minaccia, e del suo non-sapere una speranza. A destra lo stronzo confina con il potere: egli utilizza il potere contro natura: comanda quando deve persuadere e tenta di persuadere quando basta comandare. Usa poca forza quando ce ne vuole molta e molta quando ce ne basta poca.


A questo primo approccio al concetto di stronzo si possono fare almeno due obiezioni: la prima e' che esso consente di scambiare lo stronzo con il mediocre, e la seconda e' che esso e' puramente descrittivo, mentre cio' che interessa qui e' una decisione etica sullo stronzo. Che lo stronzo non coincida con il mediocre, lo dimostra semplicemente la presenza, nella storia e nella cronaca, di grandi uomini stronzi. Per la storia pensate a Tolstoj, o a Bismark. Per la cronaca pensate a Chomsky, che io so essere, da fonti dirette, un vero stronzo. Come la mettiamo con il grande uomo stronzo? La mediocrita' non e' il suo terreno, eppure non per questo egli e' meno stronzo.

...non mi convince molto, il Bonaga....Senza scomodare Chomsky, Wittgenestein o addirittura Bismark, che si staranno rivoltando nella tomba come ballerini di rock acrobatico, il termine stronzo mi evoca qualcuno che non si mette mai in gioco. Se è vero che le relazioni umane sono sempre spinose, ma da quelle spine, forse sadicamente, traiamo godimento; lo stronzo rifiuta le spine. Lo stronzo risolve il dilemma dei porcospini (lontani infreddoliti, vicini punzecchiati) scegliendo la lontananza. Lo stronzo sceglie la relazione, ma ne rifiuta l'eccessivo coinvolgimento emotivo. E questo non solo nelle relazioni amorose. Lo stronzo (come indica il termine) è sospeso. Ma al contrario di chi si aggroviglia nella dialettica lontananza/vicinanza, lo stronzo sceglie. Sceglie la distanza. Questo non significa che lo stronzo è solo.

Lo stronzo attrae, sia amici che partners. Lo stronzo è un vincente nelle relazioni. E' un alieno della relazionalità. Tutti sono incantati dalla sua diversità. Le donne, per antonomasia, adorano maniacalmente lo stronzo. Un po' per quel tratto di personalità che gli psicologi chiamano Evitante-dipendente (non sempre patologico), per il quale desideriamo quel che non abbiamo e fuggiamo da chi ci desidera. Un po' Oscar Wilde ci aveva visto lungo sostenendo che: «Gli uomini parlano con le donne per poterle portare a letto. Le donne vanno a letto con gli uomini per poter parlare con loro.» Lo stronzo ti ascolta, o te lo fa credere; ma non interviene, perché non gli interessa dare una sua opinione per averne una in cambio.

Eppure nello stronzo ci proietti tutto quello che vorresti in uomo. E lui, col suo silenzio proverbiale, non ti sconferma questa idea. Lo stronzo diventa una nostra produzione. Un delirio oggettivato che finiamo per amare.

E se lo lo stronzo s'innamora veramente??
E se lo stronzo, travolto dalle emozioni, inizia a mettersi in gioco e dire la sua???

Molto probabilmente disconfermerà la nostra proiezione. Deluderà l'aspettativa dell'uomo immaginario immaginato. E probabilmente si prenderà un bel due di picche.

Ebbene sì, è raro, ma anche gli stronzi piangono!!!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni riferimento allo stronzo è puramente casuale, vero?

Anonimo ha detto...

Vero! Ma dato che ne ho conosciuti tanti, stronza ci sono diventata anche io!!! Non è male.
Monica