domenica 14 giugno 2009

Ancora.


E’ che, ogni volta, è uguale. Ogni volta, scelgo l’uomo sbagliato e mi ci incaponisco fino all’ossessione. Sbaglio, persevero e diabolicamente non riesco a trovare un saggio pentimento. Stasera Roma è stupenda e non riesco ad essere triste, perché ci sguazzo nelle mie storie stonate e,ormai, ho imparato anche ad anestetizzare i rimpianti e il dolore. Stasera fa caldo ma si sta bene, il mio giardino profuma d’estate. Sprofondo nel divano e non trovo una sola buona ragione per andare a dormire. Sto imparando a convivere con la mia solitudine egoista, con le mia pessime narcisistiche abitudini e con la mia maledetta incapacità di condividere. E allora, diventi grande e i libri, il lavoro, il tuo studio, il gatto, glia amici e le loro storie non bastano più. Non bastano più i corteggiatori audaci, gli ex onnipresenti e i Martini annacquati. Arriva un momento della vita biologica di una donna, per quanto testarda e anticonformista, nel quale bisogna mettersi in testa che bisogna lasciar cadere qualcosa. Arrendersi, riuscire ad innamorarsi e transigere per salvarsi.