venerdì 2 novembre 2007

Francis Ford Coppola e il suo incontro con le metaossiamftamine.






Le metaossiamfetamine sono un ampio gruppo di sostanze con effetti psicoattivi, note a chi, come me, ha sostenuto l’esame di tossicodipendenze e a chi se le compra in discoteca (o forse anche in parrocchia) generalmente sotto il nome di ectasy.
Sono andata a vedere “Un’altra giovinezza” del mito vivente Francis Ford Coppola. La visione è molto vicina agli effetti psicotropi del’MDMA (ecstasy appunto).

La storia è ambientata nella Romania di fine Ottocento. Studioso di lingue che sgobba sui libri e morosa che lo molla, perché non si sente amata. Fin qui tutto ordinario. La vicenda, supportata da una geniale fotografia, convince fino al punto clou: il protagonista viene letteralmente fulminato. Passeggia mogio mogio sotto la neve e….zanghete…un fulmine lo tramortisce. Da qui inizia l’incertezza.

HIC SUNT LEONES.
Il punto è che, invece di risvegliarsi, quanto meno stordito, ringiovanisce di trent’anni!!! Di qui la trama, dal paradossale, passa al confuso e diviene delirio.
L’intrigo si dipana attorno ad una sequela ai limiti dell’allucinogeno: morti che tornano, doppi copiati (e direi scopiazzati) dal povero Otto Rank, rose di Zorro, Mata Hari improbabili, nazismo, delirio mistico, genocidi, esperimenti genetici, spionaggio e controspionaggio, rimandi al Faust di Goethe ed ancora metempsicosi, reincarnazione, sanscrito, bomba atomica, “eravamo 4 amici al bar” e, incredibile ma vero, pistole che si muovono con la forza del pensiero (effetti paranormali).
Sfido chiunque a trovare il coraggio d’immedesimarsi!!

I paesaggi e le ambientazioni sono davvero incantevoli, ma dico - caro Coppola- mica siamo sul canale National Geografic!!!!
In breve, anche con molto impegno e forte spirito interpretativo, lo spettatore ad un certo punto si annoia a morte e si perde. E’ come se il Coppola, in tutto questo tempo, avesse studiato molto, subito vari influssi e visto posti stupendi. Lodevole l’intento di farci partecipi di tutto questo, ma la carne al fuoco è troppa e l’indigestione è assicurata.

Insomma, delusa dal presunto mito e irritata dal tizio che davanti a me non faceva che: -Scccccccc!!-, non consiglierei a nessuno questa sbobba. Un vero capolavoro, al di là di tutto, non dovrebbe mai farti cercare l’orologio nel buio della saletta.

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