venerdì 2 novembre 2007

Azzurra celeste nostalgia.


Esco, mi sollazzo, conosco e civetto. Gravito e mi delizio. Racconto di me e mi ritraggo. Eccentrica, egocentrica, istrionica e narcisista. Riempio l’aria di lusinghe, ma per giorni non rispondo al telefono.

Cerco, ma non concedo.

Potrei se volessi, ma in breve non m’innamoro.
Una nostalgia dolce e sottile mi attraversa. Una nostalgia, che sa d’inverno inarrestabile.


Mi affanno, orbito intorno agli appuntamenti e tristemente fatico.


Come sono pigra!! Quanto mi piace poltrire nel lettone della mattina, inzuppare le fette nel latte bollente con calma flemmatica e non avere mai fretta!!! Nemica fretta bastarda, che consumi l’orologio a forza di guardarlo, che odi i mezzi di Roma e che divori il tempo, mangiona. Ci vuole coraggio e pazienza ad affrontare quanto sta cambiando. Stringo i denti e so che un giorno raccoglierò, sempre con umiltà e senza aspettarmi niente, che poi le cose, quando vengono senza che te le aspetti, è meraviglioso.


Ma, in tutto questo, sembra che non abbia neanche il tempo per amare qualcuno. Questa è la stronzata che, ogni giorno, mi dico. Bugie di una tirchia di affetti.

La solitudine, per ora, è una tragica esigenza. Come un delta, viaggio tra disperato bisogno d’attaccamento ed incapacità di trovare spazio per qualcuno. Come il maledetto dilemma dei porcospini. Morire di freddo lontani e ferirsi vicini.


E’ che ogni volta, amo totalmente e senza difese. Mi butto senza rete, come un equilibrista pazzo. Amo, fino a diventare chi amo.


Diceva un certo Signor Hegel, non può esserci tesi, senza anti-tesi. La vita è sintesi degli opposti. Il bianco e il nero. Il bene e il male. Il diavolo e “l’acqua santa”. Se non ci fosse l’uno, non capiremmo l’esistenza dell’altro. E forse, nella dialettica, c’entra anche l’amore.
La fusione totale e l’annullamento dei poli opposti, portano alla distruzione. L’amore e l’odio iniziano a diventare la stessa cosa, si confondono, si mischiano e si uccidono.


Eppure l’amore è ciò che rende densa quest’esistenza, un peso specifico straordinario. Come diceva Sant’Agostino: "Amor meus, pondus meum" (spero di non aver sbagliato). L’amore è un peso, intorno al quale gravita il senso dell’esserci.
Un peso “pesante”, un fuoco essenziale che però può bruciarti.


Per ora mi godo il mio freddo.


Ho bisogno di soffrire in pace, senza dare spiegazioni a nessuno. Ho bisogno di capire quanto ancora vale la pena buttarsi e fare salti mortali. Sto lentamente risalendo, anche se il vuoto mi fa un po’ paura. I miei tempi sono lunghi e insopportabili.

L’attaccamento, le carezze, il calore senza amore, saranno anche un tampone alle ferite del cuore, ma in fondo sono solo la sozzura degli affetti.

Il mio cuore sta diventando il lacchè della mia mente, perché per troppo tempo mi ha spinto a malfare, sbagliare, accettare ed ora è in punizione. Lo so che indefesso continua a fallire, è un cretino assiduo.


Ascolto Stevie Wonder in continuazione, come a cercare un buonumore posticcio e annego il mio umore tra le note. Instabile ed umorale. Stati d’animo liquidi si muovono, nuotano lente emozioni vane e affogano ansie dispettose. E’ un giradischi l‘esistenza, gira su sé stessa; pensieri volanti come stupide ballate.

Vivere un autunno dentro.

Sto imparando a bastare a me stessa ed a sposare la solitudine come si va all’altare di una sposa puttana e noiosa. I vaccini dall’amore sono mediocri medicamenti. Nessuno è immune da quella tempesta dirompente, che ti prende quando meno te l’aspetti e t’inzuppa, t’infradicia la vita.

E’stata una serata piacevole ed intima. Mi sono addormentata col sorriso, con la pace nel cuore. Ma non ti amo. Non ti amo più. Tutto perfetto. Il calore dei tuoi abbracci, il tuo bravissimo Keith Jarrett, il tuo odore celestiale e i tuoi rari e preziosi sorrisi. Ma non ti amo. Mi stupisci; quando parli sai stregare, hai una pozione magica nella lingua. Ti diletti e mi corteggi. Mi sorridi e ti avvicini. Respiro ancora la tua aria. Ma per quanto di velluto, per quanto raffinato e rosso porpora, per quanto ricercato e prezioso, c’è un laccio intorno al mio cuore, stretto stretto, che non hai saputo sciogliere.

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