martedì 15 aprile 2008

Renoir.

Un'artista unico, che adoro. Una mostra un po' piccola (come d'altronde tutte quelle del Vittoriano) e che non rende giustizia alla grandezza di quest'autore. Un pochino cara (10 euri!), però da non perdere, a mio parere. C'è un Renoir inedito, che nasce lavoratore disegnando piatti in una fabbrica di ceramiche; l'esperienza professionale influirà molto sul suo modo di lavorare nell'arte, mantenendo la velocità e l'amore per il decorativo. Donne e fiori ovunque. L'inizio impressionista e l'onesta intellettuale di abbandonare questa corrente e tornare al figurativo, dopo aver ammirato le opere di Raffaello. Un uomo speciale, profondamente innamorato dell'Italia, di sua moglie, dei suoi figli, che raffigura ovunque, ma innamorato anche della sua bambinaia che ritrae infinitamente! Straordinari i carteggi con la moglie e con gli amici di sempre che sono esposti con le opere.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sparati, dacci retta.

Marco ha detto...

Wow, che amiconi questi qui di sopra!
Hanno preso un due di picche troppo amaro da mandar giù?
Ciao Monica...buon "metà-tendente-al-fine" settimana.
Un bacio.

Anonimo ha detto...

monica ma di cosa ti occupi? o la tua è solo passione?? perchè da come lo descrivi deve piacerti molto e con essa l'arte in genere, o sbaglio??
p.s. simpatici sti tipi dai commenti anonimi ;)
p.p.s. non mi fa lasciare il commento con wordpress
vabè sono occhidigiada, ciao!

Anonimo ha detto...

Diventano tutti come quello della prima riga i fidanzatini tuoi??

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Monica ha detto...

@Marco: Niente due di picche, in questo caso non ho proprio tirato fuor le carte!!

@occhidigiada: Magari lavorassi nell'arte, tipo organizzatrice eventi e installazioni, sono solo una semplice maestrina, anzi supplente!Ma i miei alunni nel collage superano di gran lunga Matisse.

@ bravo ragazzo: quale fidanzatino! Quello della prima riga è una persona disturbata.
Il punto è che prima mi insultava al singolare, ora usa il plurale maestatis. Come direbbe Woody Allen: "Con la schizofrenia non sei mai solo!".